Nel logo del marchio Tee Golf, come possiamo notare, la “T” simboleggia il Tee, cioè il chiodo di legno con la testa concava che serve a sostenere la pallina da golf durante il primo colpo di ogni buca.

In questo articolo scopriamo insieme la storia del Tee.

Il termine “tee” nel golf (o ‘teaz’) ha somiglianze con la parola olandese ‘tuitje’ pronunciato ‘tytee’ e significa “piccola forma conica”, in riferimento alle piccole pile di sabbia o neve che sarebbero state usate per il colpo a segno. Sembra l’origine più probabile del termine.

Normalmente nel gioco del golf viene usato il Tee solo per il primo tiro per ogni buca ma possono esserci delle varianti a seconda delle regole del gioco del momento e può addirittura cambiare a seconda delle variazioni climatiche, mentre alcune persone ad esempio non lo utilizzano mai per tutto il gioco.

Il materiale in cui sono fatti solitamente i Tee è legno o plastica ma esistono vari tipi di Tee prodotti in diversi materiali anche in versione ecologica per rispettare l’ambiente.

La lunghezza del Tee di norma è di circa 5 cm, l’importante è che per regola non superi i 10 cm circa di lunghezza e non devono in nessun modo indicare la linea di gioco o influenzare in qualche modo il movimento o la traiettoria della palla.

Questo attuale tipo di Tee è stata l’ultima modifica effettuata nel regolamento generale del Golf.

Prima del Tee venivano usati dei mucchietti di sabbia che venivano forniti in scatole, il primo Tee usato era piatto, si appoggiava al terreno e aveva una parte in rilievo per sostenere la palla.

Successivamente vi sono stati altri brevetti di Tee modificati nella forma che però non riuscirono a prendere piede tra i giocatori. Solo nel 1920, grazie ad un grande sforzo di marketing e con l’aiuto retribuito di due giocatori famosi che utilizzarono il Tee attuale, decollò il brevetto del Tee che tutt’ora viene usato, eventualmente modificato e migliorato negli anni in particolare nei materiali impiegati, ma grosso modo ne è rimasta la forma e l’impiego.